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La Casa Dei Libri

di Ivan Sirtori


C’era una volta, tanto ma tanto tempo fa, un paesino chiamato libricino, perché tutti i suoi abitanti amavano moltissimo leggere favole, storie, racconti scritti su grandi libri stampati.

Non si incidevano più i libri sulla pietra, come facevano gli uomini primitivi, e nemmeno si scrivevano sui rotoli di pergamena, come al tempo di Gesù. I libri si stampavano, con enormi macchine rumorose piene di inchiostro, dove entravano da una parte le pagine di carta bianca e uscivano dall’altra le pagine piene di parole e di figure di tutti i colori e le forme immaginabili.

Anche a libricino esisteva una di queste grandi macchine, la più grande che si fosse mai costruita.

Ogni abitante di libricino possedeva molti libri che acquistava al mercato del paese, in cambio di un po’ di frutta o verdura fresca e di qualche uovo di gallina.

Tutti gli abitanti di libricino erano davvero felici perché potevano dedicarsi per lunghe ore alla loro attività preferita: la lettura. Erano davvero affamati di libri. C’era chi leggeva in cucina, chi sotto un albero in giardino, chi sul tetto di casa e chi, addirittura, mentre faceva il bagno.

Poi, tutti si trovavano nella piazza principale del paese, e si raccontavano l’un l’altro delle meravigliose storie appena lette; e si stupivano, spalancavano gli occhi, pieni di emozione, oppure piangevano enormi lacrimoni per le favole più commoventi o, ancora, si spaventavano per le storie piene di mostri e draghi, streghe e orchi.

Ma alla fine erano tutti contenti per aver vissuto avventure così belle e per essere diventati sempre più sapienti, perché leggere insegna tante, tantissime cose.



Un terribile giorno, però, accadde una cosa spaventosa.

Passò di lì un Orco grande e grosso quanto un burubone, brutto più di un gastrupolio, cattivo e ignorante come il più cattivo dei cattivi e il più ignorante degli ignoranti. Era così ignorante e stupido perché in vita sua non aveva mai letto nessun libro e non aveva nemmeno mai ascoltato una storia da Mamma Orco o Papa Orco o da un amico Orco qualsiasi.

Quest’Orco non era solo cattivo, stupido e ignorante, ma era anche terribilmente invidioso degli abitanti di libricino, così decise di distruggere l’enorme macchina per stampare i libri che facevano diventare così sapienti e intelligenti gli abitanti di libricino. L’Orco era talmente grande che bastò una manciata di grosse pietre per distruggere la stampatrice. Poi se ne andò via sogghignando malvagio e mostrando i suoi denti aguzzi. Aprì l’enorme bocca e brontolò: “Presto ritornerò da voi, e non voglio vedere più nessuna macchina per fare i libri, altrimenti ve la distruggerò ancora e ancora e ancora, finché non vi sarete stancati di ricostruirla, avete capito?!”. Nessuno osava protestare, perché tutti avevano paura della sua forza e della sua cattiveria.


Non potete immaginarvi la tristezza degli abitanti di libricino. Ed ora come potevano fare senza la cosa per loro più importante: i libri. Sì, certo, avevano ancora dei vecchi libri in casa, ma ciascuno degli abitanti aveva già letto tutti i propri libri e desiderava leggerne di nuovi. Come si poteva fare ?


La persona più vecchia e saggia del paese, un certo signor Vetusto, che aveva letto nella sua lunga vita centinaia di libri e sapeva moltissime cose di tutto il mondo, decise di radunare tutti i cittadini nella piazza principale del paese. Quando furono presenti, da dietro la sua lunga barba bianca si aprì la grande bocca:

“ Ascoltate amici, è accaduta la più grande sciagura che mai potesse accadere. Come sapete un terribile Orco ha distrutto la macchina stampatrice di libri e se n’è andato minacciando di ritornare presto a distruggere ogni nuova macchina che sapremo costruire. Dobbiamo trovare presto una soluzione perché noi, abitanti di libricino, non possiamo vivere senza leggere, moriremo presto di fame di libri. Torniamo tutti a casa e pensiamo intensamente al da farsi. Domani a quest’ora ci riuniremo per ascoltare le soluzioni che verranno proposte”.

E così fu.

Passata una lunga notte di riflessioni, gli abitanti di libricino si ritrovarono di nuovo nella grande piazza. Dopo un momento di silenzio si sentì da lontano una vocina..ina..ina. Tutti si girarono e videro che apparteneva ad un bambino, così piccolo e magro che quasi non si riusciva a vederlo.

Bibbi, questo era il suo nome, si avvicinò al vecchio Vetusto, e cercando di farsi sentire da tutti, disse:

“Io ho avuto un’idea. Forse potrebbe andare bene.

Noi abitanti di libricino siamo tantissimi. Ognuno di noi ha letto tutti i propri libri, ma non ha mai letto i moltissimi libri che hanno tutti gli altri. Potremmo costruire una grande casa e chiamarla Casa del Libro e riempirla di tutti i libri che ognuno di noi possiede. In questo modo ciascuno di noi potrebbe leggere tantissimi libri che non ha mai letto per lunghi anni, anche se non ne vengono stampati di nuovi. Nel frattempo, magari, scopriremo come sconfiggere l’Orco malvagio, in modo da poter ricostruire anche la stampatrice e riempire la Casa di altri libri”.


Vetusto esclamò stupito: “Eccellente idea! Un posto dove i libri sono di tutti, e non bisogna comprarli, basta prenderli e tenerli per qualche giorno, per poi restituirli in modo che anche gli altri possano leggerli. Passeranno sicuramente degli anni prima di riuscire a finirli tutti. Così non moriremo per fame di libri.”

“Splendido” urlarono gli abitanti di libricino; “Bravissimo”, “Sei il nostro eroe, Bibbi”.


E fecero come aveva suggerito Bibbi. Costruirono una casa enorme e la riempirono con tutti i libri che ciascun abitante aveva. Chi dieci, chi trenta, chi addirittura cento: ma tutti insieme formavano un numero enorme, più di centomila.

E così tornò la felicità a libricino, nessuno morì per fame di libri e tutti poterono saziarsi di storie e favole per lungo tempo.



Dovete sapere che ai nostri giorni la Casa dei Libri viene chiamata Biblioteca.


Mi dimenticavo di dirvi una cosa: si narra che a libricino un bambino intelligentissimo, dopo aver letto moltissime storie, scoprì grazie a un libro come catturare gli Orchi cattivi. Si dice anche che, dopo aver catturato l’Orco, gli abitanti di libricino impararono da un libro come ammaestrarlo e renderlo buono. Si racconta infine che, una volta ammaestrato, l’Orco ricostruì in un battibaleno con le sue forti braccia la macchina per stampare i libri e aiutò gli abitanti a stampare più di cento libri al giorno.


E qui finisce la storia della CASA DEI LIBRI.



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