top of page

Cittalinda

C’era una volta la città di CITTALINDA: così bella, così pulita, con il cielo così azzurro, con il sole così giallo, con il mare così blu, il bosco e il prato così verdi, il lago così blu, le farfalle così rosse, gialle, verdi, blu… e tutto era bellissimo.

Si sentivano nei boschi gli uccellini che suonavano, i passerotti, le cinciallegre, gli usignoli, i fenicotteri rosa, le aquile.

La cosa più bella e più importante che ci fosse, era la gioia di abitare a CITTALINDA e tutti gli abitanti quando si alzavano erano contenti come delle pasque: avevano questa gioia di vivere che sprizzava da tutti i pori, splush, splush, splush.



Ma, un brutto giorno, successe una cosa terribile!

Un abitante di CITTALINDA che si chiamava Pigro Pigroni e si svegliava sempre a mezzogiorno, disse: “c’ho fame, ho dormito tutta la notte, adesso c’ho proprio fame”. E Pigroni andò in cucina, bello tranquillo, e cercò qualcosa da mangiare. Ma dato che era un pigrone, non aveva per niente voglia di andare fuori a fare la spesa. Allora va al frigorifero, lo apre... vuoto! Va dove c’è la dispensa, la apre... vuota! Allora gli viene in mente che forse in cantina ha un salamino appeso, scende, ma... vuota! Dunque si ricorda che in solaio ha un pezzo di pane raffermo che aveva dato a un topolino ma... niente!



Inizia a preoccuparsi, pensa intensamente cosa fare e... si addormenta, perché era Pigro Pigroni. Dopo un paio d’ore si sveglia ancor più affamato. “C’ho fame, cosa faccio!?” Si guarda in tasca e trova una caramella al rabarbaro: “Buoonaaaaa!”. “E la carta dove la metto? Sono stanco, sono andato in cantina, sono andato in solaio, devo andare fino in cucina a buttare la carta nel cestino!? Faccio fatica, eh, io sono Pigro Pigroni; tanto non mi vede nessuno, sono qua vicino alla finestra, al quinto piano... la butto giù, intanto non mi vede nessuno a me”.

Allora Pigro Pigroni mette la mano fuori dalla finestra e fa questo gesto, gravissimo in una città pulita come CITTALINDA: butta la carta dalla finestra. La carta fluttua, pian piano, come una foglia che svolazza, finché spataplash, finisce in mezzo al marciapiede. Un marciapiede così pulito che c’era gente che ci mangiava sopra tanto era pulito.



Proprio in quel momento passava un signore, che vede questa carta di caramella e dice: “Io sono sempre stato a far fatica a cercare i cestini e buttare via l’immondizia. Cos’ho in tasca!? La butto via anch’io”. E svuota tutte le tasche: la bolletta del telefono, i fazzoletti sporchi, le cartacce dei cioccolatini.

Passa una signora che stava andando al cassonetto a buttare l’immondizia. Vede che ci sono giù delle cartacce e dice: “Uhe, tè, me, dè, le, su, se l’è...” che vuol dire: “Perché io devo andare a buttare l’immondizia al cassonetto che c’è tutta questa spazzatura per terra!?” e allora rovescia tutto per terra anch’io. Poi chiama suo marito Attilio e gli dice: “Butta giù la spazzatura in mezzo al marciapiede, sù, via, tutto per terra...”. A quel punto, da tutte le finestre delle case dei palazzi vicini iniziano a buttare la spazzatura dalle finestre... uno butta giù anche la nonna... e in poco tempo CITTALINDA si riempie di spazzatura, diventa una cosa immensa, sporchissima.



Allora gli abitanti di CITTALINDA per camminare devono aprirsi la strada in mezzo alla spazzatura, spostare i torsoli delle mele, le bucce delle patate, la carta sporca, la carta igienica e vanno in giro con il naso tappato; c’è un odore che non si riesce nemmeno a respirare. E gli abitanti, a furia di vivere in una città sporca e puzzolente, diventano cattivi, rabbiosi... E litigano, si picchiano, si prendono a calci nel sedere, si spingono, si fanno i rutti in faccia.

Nel giro di poco tempo CITTALINDA è diventata una città sporca, brutta, con tutti gli abitanti arrabbiati, che non si guardano più, non si fanno un favore neanche a pagarlo.



Per fortuna, però, c’era un abitante di CITTALINDA che non aveva partecipato a questo sporcamento generale. Si chiamava GIORGIO NETTO. Lui faceva l’inventore per vivere, inventava delle macchine per pulire le cose. Un bel giorno esce da casa, perché era dentro che stava meditando, e schiaccia una cacca. Poi fa un altro passo e schiaccia un uovo marcio. Un altro e schiaccia tutte le cipolle muffe. Un altro ancora e schiaccia i torsoli delle mele spiaccicati. Poi schiaccia il vomito di un bambino: “Ma non si può più vivere in questa città” - dice GIORGIO NETTO - “Ma come!?, CITTALIDA, la più bella città del mondo, cosa è diventata!? anche una nonna hanno buttato via, con la penuria di nonne che c’è in giro”.

Allora il grande inventore capisce che deve fare qualcosa, perché non diventi una città invivibile, la peggiore del mondo. Si chiude nella sua casa... pensa, pensa, pensa... e finalmente riesce a inventare una macchina pulitrice. Questa macchina era divisa in quattro pezzi: il primo, la centrifuga, ripuliva gli oggetti; il secondo, il filtro, ripuliva l’aria e l’acqua; il terzo, lo stantuffo, ripuliva i suoni; il quarto, il soffiatore, ripuliva le persone.



Con questa invenzione GIORGIO NETTO riportò la pulizia a CITTALINDA. Le cose, l’aria, l’acqua, i suoni, furono di nuovo belli, puliti e profumati; e così le persone che erano diventate rabbiose, tornarono sorridenti; quelle tristi e cupe, di nuovo gioiose; quelle spaventate, di nuovo forti e coraggiose.

Post recenti

Mostra tutti
La Casa Dei Libri

di Ivan Sirtori C’era una volta, tanto ma tanto tempo fa, un paesino chiamato libricino, perché tutti i suoi abitanti amavano moltissimo...

 
 
 
La storia di Alberoborgo

fiaba di Ivan Leggistorie C’era una volta un regno, governato da un Re sapiente e buono, Re Lucente . Egli amava molto il suo reame, e...

 
 
 
La Cura

Bambini, vi racconto un pezzetto della mia storia Un pezzetto prezioso, come una pietra magica trovata nella foresta buia Quando ero...

 
 
 

Commenti


JOIN US

Ti aspettiamo !

rete.png

ReteDeFacto è un progetto libero da ideologie o fedi, non appartiene a nessun circuito ma è di chi lo fa vivere. Non si riconosce in nessun movimento e non è un movimento, è una realtà.

E' apartitico, apolitico, aconfessionale, non commerciale, no profit, REALE.

Nasce dall'evidenza dei tanti attori sociali che oggi si stanno muovendo fuori dalle righe per poter agire nel rispetto di sè, degli altri, dell'ecosistema terrestre.

Whapp

+39 393 812 8486

EMAIL

© 2025 Proudly created under Natural Law

Dona con PayPal
bottom of page